"Smonting" ovvero lo smontaggio didattico

Smontare oggetti rappresenta un'esperienza altamente formativa per bambini e bambine; smontando un oggetto se ne percepiscono le qualità, si intuisce la logica con cui è costruito, si fanno esperienze formative, ci si allena a vedere ed immaginare altri usi per i pezzi che vengono recuperati.



Da alcuni anni, durante i campi estivi che organizzo e conduco insieme a mia moglie, Roberta, abbiamo deciso di dedicare alcuni momenti della giornata allo «smonting»(così abbiamo denominato lo smontaggio didattico).

Durante l'anno, complici amici e conoscenti, facciamo incetta di oggetti «da smontare», generalmente si tratta di PC, stampanti, asciugacapelli, telefoni, ma quest'anno abbiamo avuto tra i pezzi più pregiati anche un campionatore da laboratorio e una pompa peristaltica.

Alle prese con un vecchio giradischi
Le operazioni si svolgono in una apposita stanzetta e per ogni oggetto da smontare si fa un briefing di smontaggio,  dove si cercano di mettere a fuoco le caratteristiche dell'oggetto stesso, le difficoltà che si potranno incontrare, le precauzioni da osservare.

Ragazzi e ragazze possono lavorare solo se indossano un paio di guanti, devono operare in coppia(solo per oggetti molto piccoli si lavora da soli), conoscere gli utensili base e impegnarsi a smontare i pezzi, non a romperli, non a forzarli, solo smontarli.

Se, durante il lavoro, incontrano problemi o difficoltà sanno di poter contare o sull'aiuto di compagni più esperti o sui consigli che possiamo fornire io e Roberta.


Diligentemente gli smontatori dividono i pezzi che recuperano:abbiamo la scatola delle viti, quella delle molle, la scatola dei motorini elettrici, quella dei solenoidi(e bisogna anche spiegargli cosa sono i solenoidi )il cesto degli ingranaggi, i sacchi per la plastica, il metallo, il bidoncino per il vetro.

Tutto viene catalogato, spiegato, diviso ed è fantastico vedere come ragazze e ragazzi si applichino a questa attività, con quale passione si dedichino ai bulloni, ai denti d'incastro, alle schede elettroniche, già, perché ci sono anche quelle, le schede elettroniche.

Allora, anche qui, ci siamo organizzati con le stazioni di dissaldatura. Una superficie protetta(da un pezzo di cartone) un saldatore, una siringa succhia stagno, pinzette e una mezz'oretta di formazione. Così sono nate le sessioni di «dissaldatura»; alcune studentesse(e qualche studente) si sono dedicate con passione a questa attività recuperando trasformatori(da cui abbiamo tolto il rame), LED (utilizzati per altre attività al campo), transistor, condensatori.

Smontare è conoscere, smontare ti fa acquisire abilità, smontare è recuperare materiali, smontare è rendersi conto che «si può fare» anche se si hanno 9 anni, smontare è adeguarsi a delle procedure di sicurezza, collaborare con i compagni, crescere.


Quest'anno le nostre «vittime» sono state 4 stampanti laser(dove abbiamo anche recuperato e avviato alla ricicleria le cartucce di toner - pericolose - ), tre stampanti ink-jet, due PC completi, 23 mouse di vario tipo, un giradischi, 2 mangianastri/lettori CD portatili, 2 casse da stereo, un paio di cuffie senza fili, 8 telefoni(non telefonini), un impianto satellitare, un decoder , due chiavette USB, 9 tastiere per PC, un campionatore da laboratorio, una pompa peristaltica, 5 grossi trasformatori(quanto rame!), uno scanner da tavolo.

Il risultato operativo(non quello didattico) è stato:
- 11 sacchi della raccolta della plastica pieni di chassis e altre parti di oggetti smontati
- 10 cartucce(tra toner e inchiostro) avviate alla ricicleria
- 56 chili di metalli recuperati
- uno scatolone di cavi avviato allo smaltimento
- una scatola di schede dissaldate e avviate allo smaltimento
- 22 scatolette di componenti, viti, LED, motorini, lenti, cinghie, ingranaggi, molle, guarnizioni, rondelle, solenoidi, recuperate, divise, catalogate.

L'anno scorso ero stato ad un convegno sulla sostenibilità a cui partecipava Sonia Cantoni, presidente dell'AMSA, la municipalizzata che a Milano si occupa del ciclo dei rifiuti e quando le ho raccontato cosa avevo intenzione di fare con i miei alunni ha dichiarato che era «utopistico pensare di far fare questa cosa ai bambini», ecco , l'utopia è qui, tra le mani di questi ragazzi e ragazze.