Galileo Galilei - Prestigio numero 3 -





Galileo comincia ad avere nel suo arsenale di trucchi alcuni numeri davvero eccezionali, li conosciamo bene; ma da instancabile curioso del mondo che lo circonda è sempre alla ricerca di qualche principio  nuovo ed affascinante che gli permetta di superarsi.

Allo stesso momento deve pur guadagnarsi il pane: non è ancora conosciuto come uomo di spettacolo e poi deve vincere la sua timidezza nell'esibirsi di fronte ad un pubblico.
Si procura così un contratto con l'università di Padova e in quegli anni inizia osservazioni degli astri e studi nei più disparati campi:dalla meccanica alla matematica.
Si picca di risolvere il problema della pendenza della Torre di Pisa, che aveva potuto osservare durante la sua permanenza nella città. Quella torre storta gli stava proprio sullo stomaco! Per studiare il modo di raddrizzarla Galileo si serviva di un modellino composto di 8 dischi di legno sovrapposti l'uno all'altro. Una mattina Galileo, particolarmente nervoso per aver bevuto troppi caffè , mentre era intento a misurare il suo modellino con un righello, ha un gesto di stizza e colpisce il disco che sta alla base della pila: questo schizza via ad una velocità considerevole, ma la cosa che colpisce Galileo è che nessuno degli altri sette dischi della torre si è, nel frattempo, spostato di un millimetro. Cosa è successo? Come al solito la mente del nostro genio italico si mette in moto, si susseguono gli esperimenti, sino a che Galileo non comprende un principio essenziale:
in Natura ogni oggetto, inizialmente fermo, tende ad opporsi a qualunque cosa cerchi di metterlo in movimento. Questa tendenza si chiama inerzia dell'oggetto. In altre parole ogni corpo esercita una resistenza a qualunque cosa voglia spostarla dal suo stato iniziale di quiete. Questa resistenza è tanto più grande quanto minore è il tempo in cui si cerca di mettere in movimento l'oggetto fermo, quindi ecco perché colpendo VELOCEMENTE il disco si è mosso solo quello! Galileo chiama questo comportamento “principio d'inerzia”.
Ora il pisano ha molti elementi per costruire un nuovo gioco di prestigio da mostrare alla cerchia dei suoi amici più cari e decide di chiamarlo: “come smontare la Torre di Pisa per raddrizzarla”.

Set-up
Per la preparazione di questo esperimento avremo bisogno di una serie di righelli di diversa foggia e lunghezza e almeno 8 dischi di legno o plastica, generalmente possono essere usate le pedine della dama, sono eccellenti.




Ora impilate gli 8 dischetti uno sopra l'altro e sfidate i presenti ad estrarli uno ad uno dalla pila senza far cadere gli altri con il solo aiuto di uno dei righelli (a scelta).

Qual'è la soluzione?
Per togliere la pedina situata in basso senza far cadere le altre, dovete fare in modo che la pedina sia tolta da sotto la torre nel minore tempo possibile. Con il righello colpite solo la pedina più in basso e non quelle che stanno sopra. E' la pedina che si trova più in basso che, sfregando con quella che si trova immediatamente sopra, tende a trascinare con sé anche tutte le altre. Se riesce a trascinarle con se la torre si sbilancia e cade. Se invece date un colpo sufficientemente secco e improvviso, la resistenza delle pedine di sopra è tale, che quella più in basso non riesce a trascinarle con sé e il resto della torre non cade.
Partendo dagli 8 dischi potete organizzare una vera e propria sfida: la sfida dell'inerzia. Partire da 3 dischetti (potete usare anche le pedine di legno di una dama); il primo concorrente dovrà spostare l'ultimo disco con un colpo di righello e far rimanere gli altri al loro posto: se ci riesce si aggiungerà un disco e avrà un altro tentativo, se ci riuscirà bene, altrimenti il turno passerà ad un compagno (o a una compagna) e via così...




* nota: il testo in neretto è lo “sfondo integratore” di questo racconto e quindi non ha nessuna valenza storica. Il testo in nero è affidabile sia dal punto di vista scientifico che storico.