Percorso
sul rapporto tra percezione ed emozioni per le classi seconde
La prima lezione si configura
come un'introduzione all'argomento del percorso, ho cercato di
spiegare ai bambini il rapporto che esiste tra i sensi (e quindi la
percezione) e le emozioni che vengono scatenate dalle informazioni
elaborate dal cervello
Preparazione della lezione.
Primo passo è quello di
comprendere quali siano i "sensori" che ci permettono di
capire quello che succede intorno a noi: vista, udito, tatto, gusto,
olfatto. Singolarmente, oppure combinati in diverse maniere, ci danno
"la misura" della realtà che ci circonda e quindi
scateneranno in noi diverse emozioni: un rumore molto forte
probabilmente ci spaventa; è percepito con le orecchie(timpano,
senso dell'udito), elaborato dal cervello(accidenti che rumore!),
scatena apprensione o paura(l'emozione). Ma che differenza c'è tra
"apprensione" e "paura"? Quanti tipi di emozione
riconosciamo? Ecco, questo è l'altro obiettivo che mi sono
posto:oltre a riconoscere l'emozione e i sensi coinvolti nel suo
scatenamento, cercherò di fare in modo che i bambini e le bambine
comprendano "il grado" di un'emozione, il suo livello
d'intensità.
Obiettivi della lezione.
In questa lezione affrontiamo il
tema della paura.
Racconto della lezione.
Mi sono messo a girare per la
classe, cercando di individuare un soggetto sorridente e
apparentemente equilibrato: ho individuato una bambina, mi sono
portato lentamente alle sue spalle(mentre parlavo dei sensi) e poi
improvvisamente l'ho apostrofata così(urlando e facendo la faccia
brutta):"allora la pianti? Mi hai rotto le scatole!".
Capito?!". In classe c'è stato il gelo e immediatamente ho
recuperato sulla bambina (che stava per mettersi a piangere)
accucciandomi alla sua altezza, sorridendo, mettendole una mano sulla
spalla(essenziale abbassarsi all'altezza dei bambini e stabilire un
contatto fisico non invasivo) e dicendole: "Non ti preoccupare,
non ce l'ho con te, stavo facendo un esperimento scientifico, mi
serviva una bambina speciale che non si mettesse a piangere e
che,poi, rispondesse alle mie domande spiegando ai compagni quello
che è successo dentro di lei. Quando ti ho visto ho pensato che tu
potessi essere la bambina speciale, ho indovinato?"
In questa maniera ho sempre
recuperato il soggetto (per fortuna).
Ho proseguito chiedendo alla
malcapitata cosa avesse provato quando mi sono messo ad urlare:
paura, certo. Un adulto che ti urla addosso non è simpatico, me lo
ricordo anch'io, quando mi succedeva da bambino.
Altri della classe hanno
confessato di essersi spaventati per il mio atteggiamento, ecco,
analizziamo cosa vuol dire essersi spaventati. Sono saltate fuori
queste considerazioni:
- paura
- ci si blocca
- ci si "sente male"
- viene da piangere(non tutti).
Questa è stata definita "la paura". Poi sono seguiti alcuni esempi del vissuto dei bambini: paura del buio, paura delle sgridate, dei film dell'orrore(ma chi è che glieli fa vedere?), oppure alcune paure specifiche di personaggi o situazioni(il bagno,il corridoio, la cantina).
Bene, ho ripreso la mia "vittima"
e le ho chiesto se voleva fare un altro esperimento con me, ma che si
doveva fidare perché non potevo spiegarglielo prima. Ha
accettato(ok, vuol dire che non mi odia) e quindi mi sono portato
nella parte più libera dell'aula, le ho preso le mani e ho iniziato
a ruotare velocemente su me stesso. Tra i gridolini suoi e gli "Ohhh"
dei presenti si è sollevata per aria e ha girato un pò. Tutti, a
quel punto, volevano fare l'esperimento, ma la mia schiena non
avrebbe retto. Ho quindi giustificato il fatto che la mia "vittima"
fosse stata prescelta due volte con il motivo che segue:"lei ha
fatto un esperimento "brutto"(le ho urlato contro) e
quindi, per bilanciare la cosa, ha fatto un esperimento "bello".
A questo punto ho chiesto alla
bambina se avesse provato paura e lei mi ha risposto:"si, ma era
diversa da quella di prima, avevo paura, ma mi veniva da ridere".
Ecco, quindi, abbiamo stabilito
che esistono diversi gradi di paura: una paura che fa "star
male" e una "paura che diverte", quest'ultima
l'abbiamo ribattezzata "paurina".
Nella parte conclusiva della
lezione, invece, abbiamo cercato di capire quali fossero i sensi
coinvolti nei due tipi di paure: nella "paura" hanno avuto
riscontro il senso dell'udito(le urla) e la vista(la "faccia
brutta"), mentre nella "paurina" ha fatto il suo
ingresso anche il "tatto", che è determinante in quanto ci
dice che posizione ha il nostro corpo rispetto allo spazio e a che
velocità procede.