Esperimenti con materiali che mutano somministrando calore 6



L'asfalto.

E' veramente piacevole constatare che quello che semini, a volte, raccogli. Nel caso specifico di cui vi voglio parlare oggi mi riferisco alla capacità di osservare. Occupandomi di divulgazione scientifica e di animazione scientifico teatrale uno degli accenti che pongo sempre è quello sulla capacità di osservazione che ogni buon scienziato deve possedere: osservare, elaborare i dati, interpretare gli avvenimenti sono qualità necessarie in ogni campo delle attività umane, per cui spesso, durante le lezioni, ritorno su questi concetti.


Dopo la settimana passata a fare esperienze sulla somministrazione di calore a varie sostanze, comprendendone i mutamenti, uno dei miei studenti se n'è uscito con un'osservazione interessante e mi ha fatto notare come il sole, nelle giornate più calde, scaldi l'asfalto dei marciapiedi (somministrazione di calore)a tal punto che le ruote delle auto o dei motorini parcheggiati, riescono a lasciare le proprie impronte stampate sulla superficie(mutamento della forma iniziale).

Partendo da questa osservazione mi è venuta l'idea di creare degli stampi per asfalto con funzione artistica. In realtà il ragionamento è partito perché è da parecchio che che mi piacerebbe fare della street-art , una street-art molto lontana, però, dallo sbombolettare muri e saracinesche lasciando TAG di discutibile senso artistico e di nessun valore sociale. Disegnare(o stampare) l'asfalto, una superficie nera, generalmente bistrattata(pensiamo che ci passano sopra le suole delle scarpe, che ci si appoggiano i sacchi della spazzatura, che i padroni incivili ci seminano le cacche dei loro cani, ci piove sopra, ci nevica e via discorrendo) mi è sembrata un'alternativa percorribile.

Cosi, nel mio laboratorio, ho creato una prima serie di stampi, in legno, per eseguire delle prove, in collaborazione con i miei ragazzi(visto che uno di loro mi ha dato l'idea e che, comunque, si tratta di un'esperimento sulla modificazione delle sostanze).

Il primo stampo che abbiamo messo in opera rappresenta il quadrante di un'orologio con la scritta «Tanto 6 in ritardo» a sottolineare che, nella frenetica vita cittadina, qualsiasi cosa tu faccia sei (o ti senti) in ritardo, ma che in realtà sei in ritardo nel goderti la vita con ritmi più tranquilli.

Così, il pomeriggio dell'esperimento(pomeriggio molto caldo), ho appoggiato lo stampo sull'asfalto del marciapiede e l'ho caricato con un centinaio di chili di peso, per l'esattezza ho usato:
- 2 contrappesi per ascensore in cemento da 15 chili l'uno
- 2 dischi per bilanciere da 10 chili l'uno
- 3 blocchi di ferro per un totale di 50 chili circa

Ho aspettato una mezz'ora misurando il grado di affondamento dello stampo nell'asfalto, ma lo stampo non affondava neanche di un millimetro. Quindi ho chiesto a 4 dei miei baldi studenti di salire sopra lo stampo in modo da far aumentare il peso;



i 4 giovani sono stati molto collaborativi e pazienti ma dopo una trentina di minuti di «pressione» mi hanno chiesto di scendere(faceva un caldo infernale). Scesi i ragazzi, rimossi i pesi c'è stata una grande delusione: lo stampo era appena accennato e non leggibile.
Così ci siamo messi a ragionare(e sperimentare) nei giorni successivi, ed ecco quello che abbiamo scoperto:
1. Non tutti gli asfalti sono uguali: davanti alla scuola(dove abbiamo condotto le esperienze), ci sono almeno 5 tipi di asfalto(derivanti dai vari cantieri che si sono susseguiti negli anni), alcuni così morbidi  che(nelle giornate assolate) si possono far infossare con un bastoncino, altri così' duri che non si modificano neanche con una notevole pressione.
2. Gli asfalti stradali(dove passano le auto) sono durissimi e di grana più grossa(praticamente immodificabili con il solo calore del sole).
3. Neanche lavorando sugli asfalti più morbidi a nostra disposizione  siamo riusciti a stampare l'asfalto
4. Per fare un lavoro rapido e visibile bisogna somministrare al materiale una dose extra di calore, ma come fare?

Non mi ci è voluto molto per trovare una soluzione, ho pensato immediatamente ad una fonte di calore economica e trasportabile, la fiamma ossidrica.
Così, una settimana circa dopo i primi esperimenti, mi sono organizzato con i miei assistenti in modo da tentare un'altra volta; ho recuperato una fiamma ossidrica, un gessetto e il solito stampo, poi ho delimitato con il gesso l'area da riscaldare, ho acceso la fiamma ossidrica ed ho riscaldato uniformemente l'area segnata col gesso. Con un bastoncino ho continuato a saggiare la consistenza dell'asfalto e quando ho ritenuto il materiale abbastanza molle ho appoggiato lo stampo e ci ho fatto salire sopra i ragazzi.

Il risultato è stato davvero incoraggiante: lo stampo è ben definito, visibile, non provoca problemi a chi cammina, insomma, è nata la asphalt-art.

Sono molto orgoglioso di questa esperienza perché è nata dalla collaborazione di diversi soggetti(insegnante-alunni), perché coinvolge diversi campi operativi(scienza- arte) e perché è foriera di notevoli iniziative, penso solo ai messaggi sociali che si possono lasciare davanti a luoghi particolarmente significativi, alle decorazioni che si possono creare alle fermate dei mezzi pubblici, alla pubblicizzazione di eventi o percorsi cittadini.
Vedremo quali sviluppi avrà questa idea.